
Lasciare andare le persone, rompere legami consumati e malati è una delle faccende più complicate dell’animo umano, uno di quei passi fatti con il piombo alle caviglie. Portare alla rottura è necessario per continuare ad avere una vita che abbia la parvenza di normalità, quella fatta di progetti e speranze, per non rimanere nel limbo del rimuginio.
Nei rapporti in cui siamo coinvolti si riesce ad intravvedere, anche da subito, quali sono quelli destinati a funzionare e quelli votati alla rovina. Che poi ci si ostini a perseguirli pur essendo sbagliati, beh, questa è un’altra faccenda, comunque responsabile di farci girare come cani attorno al palo a cui ci siamo annodati con le nostre stesse mani.
In realtà, la nostra paura più grossa è avere la conferma che questi timori siano fondati; che nel momento in cui decideremo di troncare ciò che ci crea dolore, fastidio e disagio, avremo la dimostrazione che la storia non aveva ragione di esistere.
A volte sembra impossibile quanto sangue si riesca a perdere, o quante lacrime versare, quante nevrosi e disperazione riescano ad emergere, prima di poter arrivare a questa triste verità.
Quando ingoglieremo l’orgoglio della disfatta e ne prenderemo consapevolezza, allora vi dico, questa sarà la vera fortuna. Non importa quanti giorni, mesi o anni ci avremo perso dietro alla nostra convinzione, ma ammettere di averci visto chiaro, anche se brucia come il sale sugli occhi, significa già aver la base per poter ripartire.
Esserne consapevoli e soffrirne lo stesso.
RispondiEliminaE' il dramma di chi vuole vedere il bene, il bello anche dove non c'è. A priori decidi che tu puoi essere il cambiamento.
Ma non è così. L'altro decide chi essere e io non posso niente.
Mi piace questo pezzo, dimostra una nuova consapevolezza che apprezzo molto. :*
*TeA*