Quando dicono che devi
sederti perché è successo qualcosa di
molto brutto, in una breve frazione riesci a
figurarti tutta una serie di scenari disgraziati, ma nel momento in cui ti parano la
verità davanti, questa arriverà
sempre uguale, come un calcio alla bocca dello stomaco. La ragione
proprio non ne vuole sapere di andare a trovarsi un posto seduto comodo,
ti strattona, si agita, prende il cuore in mano e
ripete incredula dimmi che non è vero.
D. si è tolto la vita, miseramente, con una corda al collo
nello scantinato di casa.
Fino ad oggi credevo fosse una scena inflazionata dei film drammatici,
invece è cosa ben diversa se quella persona la conoscevi e ti è capitato di parlarci qualche volta.
Seppure da un lato viene da condannare il gesto come vigliacco, soprattutto nei confronti di
chi ha lasciato, dall’altro, mi domando, io che ne so del dramma che stava vivendo sulla sua pelle?
A posteriori si cerca sempre la causa, la stessa che abbiamo
avuto sotto gli occhi ma non siamo riusciti a riconoscerla per evitare di
arrivare a tanto. Chi dice la crisi lo avesse piegato perché nel lavoro aveva
riposto tutte le energie, chi fosse
depresso e addita la famiglia di non essere stata presente nel suo bisogno; sta di fatto che i figli avranno un maggior
dolore nel giorno della festa del papà, quando si rinnoverà l’anniversario di
una disgrazia troppo grossa da dimenticare e difficile da superare.
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