Dell'omeopatia non mi è mai fregato nulla, però dovevo "vendere"
qualcosa e farmi trovare in qualche modo preparata. Fingere che me ne
fregasse qualcosa. Due cose mi sono rimaste: la prima è che il simile
cura il simile, la seconda è che la dose somministrata fosse
infinitesimale.
Così, se tu per caso avessi avuto mal di gola, e fosse stato un mal di gola che bruciava, tanto da bere acqua fredda per
alleviare il dolore, la tua cura sarebbe stata APIS 15 CH. Capito? Apis,
ape. La puntura dell'ape sulla gola. Questo è tutto quello che ho
imparato e ricordato: l'immagine di quella povera ape che si ficca con
tutta la sua rabbia e paura nella gola.
Poi ti trovi una domenica a
tornare in quei luoghi belli in modo assurdo e magici. Speciali per te e
nessun'altro in quella maniera, senza motivo. Camminavo a bordo di quel
lago, un posto che sa essere meraviglioso solo quel giorno, con la
giusta quantità di luce. E abbandonarsi troppo in questi posti è
pericoloso, basta un attimo che la luce cambia, sale la nebbiolina
dall'acqua, ed è fatta: la malinconia bastarda ti prende alle caviglie e
ti trascina nella melma.
Ci sono posti che vanno presi a dosi
infinitesimali, così malinconici che riescono a curare il tuo malessere,
ma come in tutte le cose bisogna saper scappare in tempo. Prima che
l'ape lasci il pungiglione nella gola.
(per Galliziolab)
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