Sono stata una settimana in vacanza. Mi correggo, sono stata in non-vacanza per una settimana. Dico così perché, ora come ora, la vera villeggiatura è quella quotidiana, quando vado in ufficio e per qualche istante la mente stacca e pensa ad altro che non sia mia figlia.
Insomma,
la non-vacanza mi ha portato in Sicilia,
alle Egadi, sull'isola di Favignana per
la precisione. Poco importa che fino a poche ore fa fossi ancora là a finire di
fare i bagagli con il sale sui capelli e una scottatura su braccia e schiena,
che perlomeno è valso a togliermi di dosso un po' di pallore; quello che conta
è che dopo questa settimana di non-vacanza sia riuscita a tornare a casa
incolume, a riposarmi però.
Mio
malgrado ho capito quanto segue:
1) Guai prenotare una
vacanza con troppi mesi di anticipo
Mia
figlia - purtroppo - 6 mesi fa non camminava nemmeno, ora che ne ha 18 sembra
una molla impazzita che schizza in giro in ogni angolo. Ok, sta esplorando il
mondo, ma dopo la milionesima "attenta, dove metti i piedini / guarda
avanti / lo spigolo / lo scalino / la pianta con le spine / l'oggetto fragile /
la merda di qualche animale / la cicca di sigaretta / la gomma masticata /
(inserire qui il salamadonna cosa
preferisci); insomma, dopo averla redarguita per la milionesima volta su qualche
possibile pericolo, io i maroni li avrei gonfiati come mongolfiere e poi fatti
esplodere. E così le mie velleità vacanziere hanno subito un duro contraccolpo,
e le prossime vacanze le faremo nella pacifica Rimini, senza aerei, senza auto
a noleggio, senza hotels con prima colazione. Senza isterie, si spera.
2) Favignana, per
pochi ma non per tutti
Caspita,
il mare qui ha colori che non hanno nulla da invidiare ai Caraibi. Anche se per
arrivarci ci metti quasi lo stesso tempo. Stando precisi e senza ritardi, tra
tranfer e attese varie, ci vogliono almeno 7 ore se vivi a Milano Hinterland.
Favignana
è l'isola ideale per le coppiette. Quindi no compagnie di giovani: non ci sono
locali per ballare o tirare tardi. No persone con mobilità ridotta: si rischia
l’osso del collo sulle scogliere.
Bello,
bellissimo tutto il mare a Favignana, soprattutto se non hai figli piccoli
piccoli.
Favignana
ha tipo 3 spiagge attrezzate per bambini (Lido Burrone, Cala San Nicola, la
Praia) sempre che non ci sia il vento a sfavore, e allora la rosa delle
disponibilità quasi si annulla.
Tornassi indietro non andrei in una
struttura alberghiera, ma prenderei un appartamento in affitto, per poter almeno
cucinare. Buoni gli arancini (scusate, “arancine”,
come gli isolani li chiamano), ottima la caponata,
fantastiche le busiate trapanesi di
vongole veraci. E il tonno rosso,
eh? E i cannoli siciliani, allora? Delizioso
tutto, ma che due maroni dopo un po’. Datemi qualcosa d’insipido, ché c’ho
voglia di essere triste!
Tornassi ancora più indietro lascerei
quest’isola come una delle destinazioni che vorrei vedere, ma poi non visiterei
mai (come buona parte del Mondo).
3) Vacanze, non meno di due settimane consecutive
Ester si è ambientata tipo al quinto
giorno di permanenza. Allora ha ripreso a mangiare, a non piangere per quelle
che per un adulto sono sciocchezze ma per questi esserini è tutto amplificato.
L’acqua è troppo fredda, c’è troppo
vento, è troppo caldo, la sabbia è troppo sabbia. Piange, ha sete. Piange, ha
fame. Piange, ha sonno. Piange, ha cagato. Piange, si è rotta il cazzo. Piange,
non riesce a usare bene la forchetta. Piange, non mi piace quello che mi dai.
Piange, è femmina. Dio, che fatica!
Poi non è che sia andata così male la
non-vacanza. Poteva essere anche peggio, in fondo nessuno è finito all’ospedale
come quella volta in Corsica.
Nemmeno abbiamo avuto la febbre alta come in Perù, oppure la cagarella come in Kenya. Insomma, se cambi il punto di vista è stato un successone.
La bimba ha solo deciso di entrare nei terrible
two con largo anticipo. Porca troia.
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